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CHE COLPA ABBIAMO NOI
Il
singolo del 2003
Etichetta:
Unlimited by Erazero
Produzione Esecutiva: Grace Orange
Produzione Artistica: TAO
Supervisione artistica: Andrea Basile
27 marzo 2003, 4:30 am...
Non riesco a chiudere occhio. La sera prima ero andato a letto
alle 21:30, esausto dopo una giornata di riprese e di primi piani
del mio faccione per quello che doveva essere il mio primo videoclip,
nonchè il primo singolo del mio primo disco. Non
riesco a chiudere occhio. Ma non per il video.
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Ho in mente altre immagini. Immagini di distruzione, di ingiustizia, di
profonda miseria, di disperazione.
Immagini che da troppo tempo mi vengono vomitate addosso senza pietà
da radio, tele e giornali. Immagini di guerra.
Guerra
fisica e mentale ovunque, per strada, negli studi televisivi,
nelle nostre case, nelle nostre menti, nelle nostre vene.
Provo un senso di disgusto che mi schiaccia lo stomaco e non mi fa respirare.
Devo alzarmi. Devo poter fare qualcosa o almeno poter dire qualcosa.
Voglio reagire.
Mi sento innocente di fronte a tutto questo e tuttavia
mi sentirei profondamente in colpa a starmene zitto davanti a tutto questo.
Mi vengono in mente le parole di una canzone che amavo da bambino, una
canzone che 20 anni prima mi scuoteva profondamente: quelle parole così
semplici e così ingenue mi dicevano che viviamo una libertà
spesso solo apparente, e che siamo costretti a portare sulle
nostre spalle il peso e la vergogna di decisioni altrui che non condividiamo.
Ho chiamato i ragazzi della band, ci siamo "armati" di chitarre
e dopo un solo giorno avevamo in mano la nostra versione di quella splendida
canzone: "Che colpa abbiamo noi".
Decidiamo
di pubblicarla come singolo prima dell'uscita dell'album..
Non importa se così facendo abbiamo "sconvolto" i nostri
piani, questa canzone mi rappresenta fino al midollo (anche se non l'ho
scritta io) e credo rappresenti la voglia di tanti ragazzi che come noi
sono stanchi di parlare contro un muro. Spero che esistano persone che
non abbiano solo voglia di evadere dalla realtà ma che desiderino
profondamente pensare e usare
un muscolo che si cerca sempre più di sepellire: il nostro
cuore.
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